Documento conclusivo UniverCity Uprising

Si è da poco conclusa la tre giorni “UniverCityUprising: per un laboratorio delle lotte in università”che si è svolta il 4-5-6 Dicembre all’interno dell’Università LaSapienza. Un momento importante che si è ben inserito nel percorso delle lotte che in quest’anno si sono date. “Quale intervento politico oggi all’ Università?” questa è la domanda centrale attorno alla quale abbiamo voluto interrogarci, intorno alla quale abbiamo proposto vari ed articolati momenti di discussione. Abbiamo voluto mettere al centro del dibattito una domanda piuttosto che parziali risposte, proprio perché siamo consapevoli che soltanto attraverso la sperimentazione e la condivisione del bagaglio esperienziale che le varie realtà territoriali hanno portato si può provare insieme a suggerire una prospettiva, a dare un’indicazione. Molti collettivi delle università italiane si sono confrontati dunque con l’intento di sviluppare insieme degli strumenti utili nel proseguire il percorso che quotidianamente portiamo avanti.

L’università attuale, assume ormai definitivamente la veste di fabbrica della conoscenza, nella quale viene trasmesso un sapere neutralizzato ma di fatto finalizzato alla riproduzione sistematica di categorie d’analisi e di apparati materiali sussunti dal capitale per la riproduzione dello sfruttamento; gli studenti si trovano inseriti in una tendenza disaggregante che parte dalla stessa archituttura degli atenei e si determina nella dismissione di spazi di socializzazione a vantaggio di un sempre più articolato controllo su tempi e modalità di interazione. La sfida perciò ci sembra quella di stare all’interno dell’università individuando l’istituzione stessa come diretta controparte, allo stesso tempo ci sembra necessario provare ad uscire da un’ottica prettamente studentista e provare ad intercettare tutti quei soggetti che pur avendo rinunciato alla formazione universitaria, si muovo all’interno del più generale contesto metropolitano riconoscendosi in pratiche di lotta che parlano di liberazione e riappropriazione.

Ci è sembrato importante approfondire la discussione dividendola in tre workshop tematici che potessero analizzare più dettagliatamente i diversi nodi in cui siarticola il nostro agire antagonista all’interno del dispositivo università.

Il primo workshop “inchiesta e saperi” ha cercato di ragionare attorno al significato di fare conricerca oggi negli atenei e a come questa specifica metodologia d’indagine possa essere usata strumentalmente per comprendere sia le dinamiche di potere che si strutturano all’interno dell’industria della conoscenza, sia le tendenze da sfruttare per provare a scardinarle, utilizzando come arma la spinta soggettivante che proviene dalla materialità delle esperienze di lotta. Il sapere che viene impartito nelle aule è un mezzo attraverso cui creare soggetti addomesticati al controllo e pienamente asserviti a precarizzazione e individualizzazione, oltre che l’elemento determinante per la riproduzione delle tecniche attraverso cui si dispiega lo sfruttamento e noi siamo obbligati a disarticolarlo, costruendo realmente l’università che vogliamo partendo dall’elaborazione e riproduzione di contro-saperi, mettendo in atto pratiche di contro-potere riproducibili e determinanti per l’emergere di una soggettività in lotta interna al settore giovanile.

Nel workshop studentati e spazi autogestiti siamo partiti dalla constatazione che le esperienze di riappropriazione dentro e fuori le mura delle università non sono solo sperimentazioni ma stanno diventando sempre di più pratiche diffuse. Pratiche che dobbiamo essere in grado di generalizzare e che inizino realmente a incidere nella vita quotidiana degli atenei. Gli studentati e gli spazi liberati dentro le università sono quei luoghi di ritrovo e ricomposizione da dove far partire il controattacco al dispositivo universitario, partendo dalla soddisfazione dei nostri bisogni per andare a costruire vertenze che alimentino i comportamenti incompatibili con l’università della crisi.

Il workshop che si è tenuto a fisica su riappropriazione e file sharing ha iniziato a ragionare attorno all’università come un istituto della formazione sempre più costoso che ci proietta direttamente nel mondo della precarietà, dove alloggi,libri,tasse e mense rappresentano un peso sempre maggiore per gli studenti e le studentesse. Comportamenti diffusi, come lo scambio dei libri, possono essere il punto dipartenza per costruire spazi di incontro e organizzazione per tutti quei soggetti che rifiutano in maniera spontanea questi meccanismi disfruttamento e disciplinamento. Inoltre ci interessa stimolare spazi di vertenzialità antagonista sul tema delle mense, come sul costo dei libri o dei docenti che obbligano all’acquisto del proprio testo per sostenere gli esami. Su queste tematiche sviluppare campagne comuni in diverse città, che individuino una controparte proponendo pratiche massificabili per attaccarla, per riconoscersi collettivamente nella scelta di rifiutare di abbassare la testa .

Il progetto di archivio digitale di libri, tesi, appunti #Datastorm,basato su una nuovola open-access da cui scaricare e condividere, è una prima risposta sul tema del carolibri. E’ importante sottolineare l’importanza del carattere locale dell’archivio, che in questo modo non rappresenta più un mero servizio, essendo occasione di una cooperazione dal basso e riappropiazione di saperi.

Si è discusso anche sui nodi aperti delle licenze (Copyright, CreativeCommons, Copyleft) e su come praticamente costruire l’archivio digitale, con una dimostrazione pratica di installazione del software “Calibre” e la configurazione del servizio di condivisione via wi-fi.

Abbiamo voluto inserire direttamente questa 3 giorni all’interno del percorso della sollevazione proprio per sottolineare il legame che si sta creando tra il settore giovanile in lotta a partire dalla grande giornata del 19 ottobre, per questo abbiamo costruito il 6 Dicembre insieme alle realtà cittadine l’assedio al Dipartimento della Gioventù del Consiglio dei Ministri, per andare ancora una volta a  porre il problema della gestione dei fondi pubblici, forte è stata la partecipazione degli studenti che nelle scorse settimane hanno occupato ed autogestito le scuole della capitale e determinante è stato il contributo dei movimenti di lotta per la casa, che contestualmente hanno occupato la nuvola di Fuksas, simbolo in questa città di come l’unica priorità dell’amministrazione pubblica sia quella di mantenere gli equilibri di potere con i grandi speculatori e ri-finanziare l’ennesima opera inutile. Lotte diverse che hanno imparato a conoscersi e riconoscersi, che hanno insieme individuato colpevoli e responsabili e che insieme si stanno preparando alle mobilitazioni della primavera, prima fra tutte la contestazione al vertice sulla disoccupazione tra i ministri europei che sarà ospitata a Roma il prossimo aprile.

Abbiamo ripetuto più volte che il percorso che ha delineato il 19Ottobre è un percorso ancora aperto, che ha visto in quella giornata di piazza e nelle successive il suo punto di inizio; abbiamo visto come in questo autunno ci sia stata una partecipazione giovanile forte, migliaia e migliaia di ragazze e ragazzi hanno urlato con forza di non essere più disposti a sopportare lo sfruttamento che ogni giorno siamo costretti a vivere sulla nostra pelle. L’eco che si è protratto all’interno delle università del paese è stata una ventata di aria fresca: siamo consapevoli di essere ancora lontani da un movimento giovanile di massa, ma siamo convinti che da queste mobilitazioni autunnali migliaia di giovani siano riusciti a prendere coraggio; praticando quel passo in avanti che mostra una via d’uscita dall’isolamento, funzionale all’asservimento dell’individuo, e dalla precarizzazione totale dell’esistenza alla quale vorrebbero obbligarci. È in questa direzione che si stanno muovendo le tante lotte, non solo studentesche, che si propagano su tutto il territorio nazionale e che puntano alla riappropriazione diretta di spazi e tempi di vita, partendo dalla soddisfazione di bisogni e cercando di ribaltare su un piano materiale la condizione di subalternità a cui spesso ci sentiamo obbligati, come studenti ma anche e soprattutto come abitanti di una metropoli che nei suoi cambiamenti continui, è centrale dispositivo di creazione di soggettività asservite, ma allo stesso tempo spazio urbano dove dare concretezza alle spinte destituenti che nascono e si alimentano all’interno di contraddizioni e discontinuità insite nella strutturazione ramificata del potere.

Crediamo sia fondamentale sottolineare l’importanza strategica di momenti di confronto come questa tre giorni appena trascorsa, per cercare di dare un senso condiviso alle pratiche di lotta comuni che possa uscire dalla stretta dell’ analsi del contesto localistico, perchè siamo consapevoli che i momenti di commistione esperienziale sono la ricchezza più grande delle mobilitazioni, in quanto permettono di intrecciare rapporti e strutturare legami con chi giorno dopo giorno continua sulla strada della decostruzione dei rapporti materiali di potere, in vista di una nuova sollevazione generale che speriamo possa fungere da elemento propulsore di mobilitazione anche nell’ambito studentesco e da stimolo in questi mesi invernali per il rilancio della conflittualità in scuole, atenei e contesti urbani. Consapevoli che s’impara davvero solo attraverso la lotta.

See you in the street, l’assedio continua!

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UniverCity Uprising Roma, Sapienza 4-5-6 dicembre 2013

UniverCity Uprising: per un laboratorio delle lotte in università.

Quale intervento politico oggi in università? Questa è la domanda che in molti collettivi e organizzazioni in tutta Italia si pone con urgenza. Tematizzare la strategicità o meno dell’intervento dentro l’industria della formazione, provare ad articolare alcune ipotesi di lavoro nel post-Riforma Gelmini che provino a porsi all’altezza dell’aggressione portata dalla controparte, per quanto complesso risulta sempre più necessario.

Alcuni dati di realtà disegnano un quadro frammentario, che può, però, iniziare a darci alcuni spunti per provare a rispondere a questa domanda. Un primo dato evidente è che la Riforma Gelmini affiancata dagli effetti reali della crisi ha agito in termini forti di scomposizione, approfondendo ulteriormente la lavorizzazione degli studenti e l’esclusione di sempre maggiori fette della composizione studentesca dalla possibilità di ascesa sociale e di riconoscimento da parte della società delle capacità apprese. Per chi ha vissuto i movimenti di appena un paio di anni fa è chiaro come le università oggi siano sempre di più un luogo di passaggio e non di socializzazione dove lo studente si ponga sempre di più come utente di un servizio. Il dispositivo dell’università sta cambiando, come conoscerlo e provare a disarticolarlo? Se l’università disgrega esistono degli strumenti per provare ad invertire questo processo in maniera conflittuale e incompatibile (biblioteche autogestite, studentati, mense occupate, etc..)? E’ possibile o meno immaginare ancora dei meccanismi di ricomposizione sociale che nascano dalle mura dell’università?

Un altro dato in apparenza contraddittorio ci mostra come nonostante la difficoltà ad agitare i giovani e gli universitari, vi è in alcune occasioni, e in maniera netta una disponibilità ad attivarsi e a partecipare molto grande. Se guardiamo ad esempio al 19 Ottobre, la piazza romana era fortemente giovanile, ma questa composizione aveva delle consistenti difficoltà a collocarsi in quella piazza e la viveva (se non per quanto riguarda le soggettività organizzate), più da attore/spettatore che da soggetto collettivo. Come si può organizzare e indirizzare questa composizione? Come si può cercare di innescare processi  che si radichino dentro il tessuto giovanile e che siano durevoli nel tempo? Forse i bisogni, forse i modi, i tempi e gli spazi di vita sarebbero un punto interessante da cui provare a partire? Lì dove i confini del capitale segnano dei confini tra università e metropoli, gli embrioni di ricomposizione che vediamo li scavalcano. Ciò però non significa che le composizioni che stanno dentro e fuori dall’università manifestino le stesse pulsioni e gli stessi comportamenti. Quale ipotesi di ricomposizione anche in questi termini?

Pensiamo sia necessaria all’oggi un confronto fra tutte le realtà di lotta, un momento laboratoriale in cui provare a tracciare delle ipotesi di lavoro e degli strumenti estremamente pratici per mettere in cantiere tentativi di agitazione delle composizioni giovanili e universitarie. Un laboratorio che non sia soltanto speculazione teorica, ma momento di elaborazione di pratiche possibili. Per questo invitiamo studenti, collettivi e percorsi politici universitari ad incontrarci a Roma il 4, 5 e 6 dicembre per tre giorni di discussione, assemblee, workshop, momenti di lotta e di socialità.

Dall’assemblea nazionale del 9-10 novembre alla Sapienza… solleviamoci!

Programma:

 Mercoledì 4

 h.15 Assemblea al Pratone. “Le parole chiave della sollevazione”

Gli spazi di mobilitazioni aperti dal 19oct. interrogano anche il mondo della formazione e dei giovani: erano decine di migliaia gli studenti e i precari quel giorno che con rabbia e determinazione hanno costruito la piazza e praticato gli obiettivi insieme a occupanti di case e movimenti territoriali. Quali domande porci e su quali concetti ragionare per costruire ai bordi tra università metropoli lotte che possano comporre il soggetto giovanile dentro l’energia politica che abbiamo visto da Roma ritornare nei territori?

In questa assemblea di apertura della tre giorni ci interessa dialogando in maniera aperta e produttiva confrontarci su alcune parole chiave come Sollevazione/Assedio, Soggetto Giovanile, Riappropriazione, Bordi dell’università.

 

Giovedì 5

 h.13 Pranzo Sociale

h.15 Workshop

Se parliamo di lotte e pratiche di riappropriazione lo sforzo dev’essere quello di condividere e mettere alla prova passaggi concreti nei nostri territori. Per questo proponiamo una serie di workshop dai quali uscire con nuovi spunti e percorsi condivisi che possano battere il tempo del conflitto.

 

WS 1- Inchiesta e saperi

L’inchiesta come forma di indagine sui comportamenti diffusi di resistenza e sottrazione alle dinamiche di austerità e crisi, inquadrandola nel suo essere uno strumento pratico al servizio delle lotte. I saperi come campo di battaglia tra saperi-merce e saperi di lotta come fondamento di pratiche di liberazione e di autovalorizzazione contro l’impoverimento della spendibilità sul mercato del lavoro delle capacità di precari e precarie.

 

WS 2 – Studentati e spazi occupati

Quali sono le nuove forme per stare dentro e contro l’università-azienda? Il nodo della territorializzazione delle nuove forme di organizzazione del soggetto giovanile ai bordi dell’università. L’esperienza di studentati occupati e spazi autogestiti nel rilancio delle lotte e nel legame tra università e metropoli.

 

WS 3 – Riappropriazione e filesharing

Contro i costi inaccessibili dell’università-azienda quali pratiche di riappropriazione mettere in campo? A partire dalla libera circolazione dei saperi e dei libri di testo tramite pratiche di filesharing alla battagli sui costi di mense, alloggi, eventi culturali. Riappropriazione come battaglia sul reddito che al contempo attacca i livelli di governo e strutturazione dall’alto dei nuovi istituti della precarietà.

h. 21  LETTERATURA E CONFLITTO

Un nuovo appuntamento per scagliare ancora più lontano la nostra capacità di raccontare le lotte e le condizioni di vita precaria che viviamo ogni giorno. Spazio ai racconti sul 19oct , sul percorso della sollevazione ed ai momenti di conflitto sparsi per il paese nati nei percorsi laboratoriali nelle facoltà.

 

Venerdì 6

h.9 Giornata di mobilitazione

Dalle università alle metropoli, dalle scuole alle occupazioni, continua l’assedio all’austerity e alla precarietà. Il 19 Ottobre abbiamo visto una piazza piena di giovani, dopo aver continuato l’assedio nei nostri territori vogliamo dare vita ad una giornata di mobilitazione in cui studenti e studentesse, precarie e precari saranno di nuovo protagonisti.

 

A seguire

ASSEMBLEA CONCLUSIVA IN SAPIENZA

Discutiamo insieme i risultati dei WS e tracciamo nuove rotte di conflittualità che dai momenti romani di condivisione possano sollevarsi anche nei territori. Rilanciamo collettivamente queste energie verso nuovi momenti di verifica e di dispiegamento delle energie del conflitto.

 

 h.22

 Serata TRASH al Lucernario Occupato con i peggiori Dj dai collettivi di tutta la penisola!!

 

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